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Riforma Gelmini

TUTTE LE NOVITà AL 1° SETTEMBRE 2010

1.1 Gli obiettivi della riforma

Dal 1° settembre 2010, per la prima volta nel nostro Paese, entra in vigore la riforma complessiva e simultanea del secondo ciclo di istruzione e formazione. Cambia il volto della scuola secondaria superiore, completamente riorganizzata per offrire un panorama più chiaro per le scelte delle famiglie

(6 licei; istituti tecnici suddivisi in 2 settori con 11 indirizzi; istituti professionali suddivisi in 2 settori e 6 indirizzi).

Anche il sistema di istruzione e formazione professionale di competenza regionale (IeFP), avrà un ordinamento di rilievo nazionale che prevede qualifiche triennali e diplomi quadriennali già definiti a livello nazionale nella sede tecnica della Conferenza Stato-Regioni.

Sono ulteriori opportunità per i giovani, chiamati ad esercitare il proprio diritto-dovere all’istruzione e alla formazione sino al conseguimento di un titolo di studio, oppure di almeno una qualifica professionale triennale entro i 18 anni.

Quattro dei sei diplomi liceali (classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane) si pongono in continuità - per durata, numero e tipo di materie e orari (allineati sulle 30 ore settimanali, 27 nel biennio iniziale, ad eccezione del liceo classico che prevede 31 ore nel secondo biennio e nel quinto anno) – con i tradizionali corsi di ordinamento. Ad essi si affiancano il nuovissimo liceo musicale e coreutico (32 ore settimanali) e i percorsi artistici che, da oltre quaranta, si ridurranno a sei, con un orario settimanale di 34 ore al biennio iniziale e di 35 ore nei tre anni successivi.

Sul versante dei licei, inoltre, si segnala il debutto di due nuovi percorsi opzionali senza il latino (scienze applicate ed economico-sociale), nei quali confluiscono alcune delle più apprezzate sperimentazioni degli ultimi 15-20 anni.

Il riordino supera così l’enorme frammentazione degli indirizzi ordinari e sperimentali (oltre 500). Tra le novità, lo studio per cinque anni di una lingua straniera in tutti i licei, di una seconda lingua straniera nell’opzione economico-sociale del liceo delle scienze umane e di 3 lingue straniere nel liceo linguistico.

Gli istituti tecnici sono riordinati e rafforzati dalla riforma con una nuova identità fondata sull’asse scientifico-tecnologico, che ne esalta il ruolo come scuole dell’innovazione permanente. L’attuale frammentazione dei percorsi (204 corsi, comprese le sperimentazioni) è superata con l’individuazione di 2 grandi settori e 11 indirizzi: il settore economico comprende 2 indirizzi, quello tecnologico 9. Il profilo educativo generale e i profili specifici degli indirizzi sono configurati in modo da rispondere efficacemente alle richieste del mondo del lavoro, anche delle libere professioni.

Sarà così più facile per gli studenti e le loro famiglie orientarsi nella scelta dei percorsi che condurranno al diploma di istruzione tecnica. Il titolo consente un rapido inserimento nel mondo del lavoro (il diploma indicherà l’indirizzo frequentato e le competenze acquisite) e/o la continuazione degli studi in qualunque facoltà universitaria, oltre che nei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore, soprattutto in quelli che puntano sulle specializzazioni più richieste nelle aree tecnologicamente avanzate, attivati presso i costituendi istituti tecnici superiori.

Tra le novità, la centralità del laboratorio nel processo di apprendimento e lo sviluppo di stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro per apprendere in contesti applicativi.

Gli istituti professionali con la riforma acquisiscono una nuova identità, fondata sulla cultura delle filiere economiche e produttive di rilevanza nazionale che caratterizzano i 2 settori fondamentali, Servizi e Industria e Artigianato, in cui sono compresi i 6 indirizzi. Tutti i percorsi formativi durano cinque anni e sono suddivisi in due bienni e in un quinto anno, al termine del quale gli studenti sostengono l’esame di Stato per il conseguimento del diploma di istruzione professionale.

I nuovi istituti professionali hanno un ordinamento molto flessibile per interagire con i sistemi produttivi territoriali e rispondere alle esigenze del mondo del lavoro e delle professioni in una dimensione “Glocal”, aperta all’innovazione permanente. Il diploma consente l’accesso immediato al mondo del lavoro e/o la prosecuzione degli studi in qualunque facoltà universitaria, oltre che nei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore, anche presso gli istituti tecnici superiori.

Gli istituti professionali, inoltre, possono svolgere un ruolo complementare e integrativo rispetto al sistema di istruzione e formazione professionale di competenza regionale e continuare ad organizzare, in regime di sussidiarietà, nel quadro di intese con le Regioni, percorsi per il conseguimento di qualifiche triennali e di diplomi professionali quadriennali.

Per potenziare le competenze linguistiche degli studenti di licei e istituti tecnici è previsto l’insegnamento di una materia curricolare in una lingua straniera tra quelle previste dal percorso di studi (CLIL, Content and Language Integrated Learning).

1.2 Un curricolo più snello

I piani di studio delle scuole secondarie superiori sono stati ampliati, negli scorsi decenni, fino a raggiungere dimensioni anomale – se confrontate con quelle degli altri Paesi europei – sia per estensione oraria sia per numero di materie previste.

Con la riforma, i quadri orari delle lezioni si alleggeriscono in media del 10-15%, anche se l’orario effettivo di lezione per gli studenti rimane, come vedremo, pressoché invariato. Le discipline di studio degli indirizzi vengono ricalibrate in funzione delle caratteristiche di ciascuno di essi. In questo modo si rende più semplice e chiara l’offerta di istruzione secondaria, semplificando il panorama di centinaia di percorsi, costituitosi per stratificazioni successive anche a seguito della straordinaria diffusione delle sperimentazioni, dovuta al prolungato blocco delle leggi di riforma dell’istruzione secondaria di secondo grado.

Le istituzioni scolastiche, avvalendosi della propria autonomia, possono ampliare e arricchire il curricolo con attività e insegnamenti facoltativi che, una volta scelti, comportano comunque l’obbligo di frequenza.

1.3 Le ore di 60 minuti

Da oltre trent’anni moltissime scuole secondarie superiori hanno ridotto, soprattutto per problemi connessi al trasporto pubblico locale, la durata dell’ora, cioè dell’unità didattica oraria, da 60 a 50 minuti, nell’intento di contenere il più possibile nella fascia del mattino lo svolgimento delle lezioni. La riforma fissa un tetto massimo di 30-32 ore per l’orario settimanale (35 solo per l’istruzione artistica).

Le scuole, nell’esercizio della propria autonomia didattica e organizzativa, possono definire unità di insegnamento non coincidenti con ore di 60 minuti per realizzare specifiche attività didattiche (per esempio l’alternanza scuola-lavoro); tuttavia, dovranno garantire agli studenti e alle famiglie un orario complessivo di lezioni corrispondente al monte ore annuale assegnato al corso di studi, calcolato su ore di 60 minuti. Per gli allievi il tempo di presenza in aula sarà più o meno lo stesso di quello attuale, ma distribuito su un minore numero di materie, in modo da consentire una maggiore concentrazione.

La riforma mira, in sostanza, ad offrire una organizzazione più efficiente, in un quadro più moderno e semplificato, mantenendo un servizio, dal punto di vista del monte ore annuale, analogo a quello precedente.

1.4 Una equilibrata distribuzione territoriale

La riforma del secondo ciclo di istruzione consentirà alle Regioni, nell’esercizio delle proprie competenze esclusive in materia di programmazione dell’offerta formativa, di definire sul territorio la rete dei servizi scolastici in modo più efficace ed efficiente rispetto al passato. Le Regioni, infatti, potranno progettare una più equilibrata distribuzione delle tipologie degli istituti e degli indirizzi a livello locale per rispondere alle esigenze dell’utenza e del mondo produttivo, eliminando duplicazioni e incertezze per effetto della sovrapposizione di alcuni percorsi formativi.

La decisione di rafforzare le caratteristiche “identitarie” dei quattro settori nei quali si organizzerà dal 2010-2011 l’offerta formativa dopo il primo ciclo di istruzione – licei, istituti tecnici, istituti professionali, percorsi regionali di istruzione e formazione – faciliterà l’orientamento delle famiglie nella scelta. Nell’area dei licei, chi sceglierà il liceo classico, non troverà grandi cambiamenti: resterà su un terreno di forte ancoraggio alla tradizione, largamente confermata anche nella nuova versione del Profilo finale dello studente. Chi preferirà il liceo scientifico o quello delle scienze umane dovrà invece fare una scelta tra i percorsi con il latino e quelli senza. Il rilancio dell’istruzione tecnica risponde alla crescente – e largamente insoddisfatta – domanda di diplomati in possesso di aggiornate competenze tecniche di livello intermedio, proveniente dal mondo della produzione e del lavoro.

La netta distinzione tra istruzione tecnica e istruzione professionale, di cui si dà conto in modo più approfondito nei paragrafi che riguardano queste due aree formative, consente di eliminare alcune sovrapposizioni tra i rispettivi indirizzi, caratterizzando quelli dell’istruzione professionale in senso più “operativo”, in stretto collegamento con le filiere produttive presenti nel territorio.

1.5 Le scuole come centri di innovazione

Per il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento qualitativo e di modernizzazione vengono introdotti in tutte le scuole criteri di gestione orientati all’efficacia e all’efficienza, indispensabili per un sistema articolato e complesso come quello di istruzione e formazione. Per quanto riguarda, in particolare, l’istruzione tecnica e professionale, la riforma si caratterizza anche per la proposta di nuovi modelli organizzativi volti a sostenere il ruolo delle scuole come centri di innovazione.

Gli istituti possono infatti costituire Dipartimenti per il sostegno alla didattica e alla progettazione formativa e un Comitato tecnico-scientifico, finalizzato a rafforzare il raccordo tra gli obiettivi educativi della scuola, le esigenze del territorio e i fabbisogni professionali espressi dal mondo produttivo. Ciò vale anche per i licei, chiamati al confronto con il territorio, con il mondo dell’università, dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e della formazione superiore.

È previsto inoltre lo sviluppo di metodologie innovative basate sull’utilizzo diffuso del laboratorio a fini didattici in tutti gli ambiti disciplinari e un raccordo più stretto con il mondo del lavoro e delle professioni, compresi il volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro.

1.6 Il passaggio dal vecchio al nuovo

La molteplicità degli indirizzi, in particolare di quelli sperimentali, fino ad oggi esistenti comporta una confluenza guidata per favorire il passaggio ai nuovi ordinamenti. Sono previste, in proposito, apposite tabelle di confluenza automatica per i licei, gli istituti tecnici e gli istituti professionali che indicano il naturale passaggio di tutti gli indirizzi nei nuovi ordinamenti.

Sono previste, tuttavia, alcune deroghe per le confluenze. Per i licei, sulla base della specificità dei percorsi sperimentali effettivamente attuati, le istituzioni scolastiche, in presenza di piani di studio che diano adito ad incertezze in ordine all’esatta confluenza nei nuovi percorsi, interesseranno gli Uffici Scolastici Regionali al fine di definire la corretta confluenza.

Gli istituti d’arte possono presentare agli Uffici scolastici regionali proposte per la confluenza di singoli indirizzi in essi attivati nei percorsi degli istituti professionali per l’industria e l’artigianato. In caso di accettazione della richiesta, gli istituti d’arte assumeranno ovviamente i profili e i quadri orari degli istituti professionali in cui confluiscono.

Negli istituti tecnici e negli istituti professionali, per i percorsi sperimentali non indicati espressamente nelle tabelle di confluenza, si fa riferimento alla corrispondenza dei titoli finali prevista dai provvedimenti di autorizzazione alla sperimentazione adottati a suo tempo dal Ministero.

Gli indirizzi sperimentali corrispondenti ai percorsi liceali funzionanti presso gli istituti tecnici, ivi compreso l’indirizzo scientifico-tecnologico, sono ricondotti ai licei del nuovo ordinamento.

1.7 Il sistema di istruzione e formazione professionale

Aumenta l’offerta formativa per rispondere alle esigenze dei ragazzi e delle famiglie. Oltre ai corsi offerti dai licei, dagli istituti tecnici e dagli istituti professionali, i giovani potranno scegliere di iscriversi ad uno dei percorsi formativi proposti dal sistema dell’istruzione e formazione professionale di competenza delle Regioni, per il conseguimento di una qualifica triennale e di un diploma quadriennale riconosciuti a livello nazionale.

La frequenza di tali corsi è utile ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione e dell’esercizio del diritto-dovere a conseguire entro i 18 anni almeno una qualifica professionale triennale. Questi percorsi sono un’opportunità soprattutto per i giovani interessati ad una formazione che privilegi l’apprendimento in contesti applicativi e metodologie che valorizzino il saper fare, anche ai fini di un rapido inserimento nel mondo del lavoro.

Chi fosse interessato a continuare gli studi, avrà la possibilità di rientrare nel sistema scolastico per il conseguimento del diploma di scuola secondaria superiore, o di frequentare un apposito corso di preparazione organizzato d’intesa con le università. La stessa opportunità è offerta agli studenti della scuola secondaria superiore che intendano passare al sistema di IeFP per conseguire qualifiche e diplomi professionali.

Ecco l’elenco delle 21 figure professionali condivise con le Regioni, dal Ministero dell’Istruzione con il Ministero del Lavoro, di cui 19 sono state già pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 19 giugno 2009:

1. Operatore dell’abbigliamento
2. Operatore delle calzature
3. Operatore delle produzioni chimiche
4. Operatore edile
5. Operatore elettrico
6. Operatore elettronico
7. Operatore grafico
8. Operatore di impianti termoidraulici
9. Operatore delle lavorazioni artistiche
10. Operatore del legno
11. Operatore del montaggio e della manutenzione di imbarcazioni da diporto
12. Operatore alla riparazione dei veicoli a motore
13. Operatore meccanico
14. Operatore del benessere
15. Operatore della ristorazione
16. Operatore ai servizi di promozione ed accoglienza
17. Operatore amministrativo - segretariale
18. Operatore ai servizi di vendita
19. Operatore dei sistemi e dei servizi logistici
20. Operatore della trasformazione agroalimentare
21. Operatore agricolo

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